La nazionalizzazione dei templi di Angkor ed i fantasmi del passato

La nazionalizzazione dei templi di Angkor ed i fantasmi del passato

Dalla Cambogia giunge una notizia che, sebbene potrebbe non toccare direttamente i visitatori, ha tuttavia un’ampia rilevanza nel settore turistico del paese. Il governo cambogiano ha infatti recentemente dichiarato che a partire dal 2016 prenderà in carico la gestione di uno dei luoghi più importanti del paese, vale a dire il sito archeologico di Angkor. I motivi che hanno portato il governo cambogiano a risolvere il contratto con il Sokha Hotel Group, dopo 17 anni che questo ha in gestione il complesso di Angkor, non sono del tutto stati chiariti e le polemiche sembrano divampare.

angkor biglietto ingresso tuttocambogiaAngkor rappresenta, come detto, la più rilevante attrazione turistica del paese, intorno alla quale circola davvero molto denaro. Secondo Apsara, l’organo governativo che sovrintende al sito, nel solo 2014 i visitatori sono stati più di 2milioni, generando un fatturato, derivato dalla sola vendita dei biglietti d’ingresso, di quasi 60milioni di dollari. Numeri che sembrano essere confermati anche dalle statistiche relative ai primi dieci mesi del 2015. Il completo controllo statale dei templi di Angkor si rivelerebbe quindi un importante gettito per le casse del paese.

Sino ad oggi il contratto stipulato con il Sokha Hotel Group prevedeva un 15% degli incassi direttamente a questo, un 15% ad un fondo dedicato all’area, un ulteriore 10% pagato in tasse ed il rimanente 60% allo stato. Sembra che il governo abbia accusato il Sokha Hotel Group, ramo della potentissima società Sokimex, di avere dichiarato meno visitatori proprio per aumentare la propria parte di incassi. La Sokimex ha respinto le accuse, smentendo inoltre la versione governativa secondo la quale la risoluzione del contratto sarebbe stata chiesta dal Sokha Hotel Group.

Le ragioni della scelta governativa non sono chiare, ma sembrano ruotare intorno alla figura chiave di Sok Kong, potentissimo uomo d’affari di etnia vietnamita. Sok Kong è inoltre uomo la cui influenza rischia di creare problemi a colui che potrebbe essere definito il padre-padrone della Cambogia, ossia il Primo Ministro Hun Sen. Il rapporto tra Cambogia e Vietnam inoltre non è mai stato idilliaco, ancora oggi tra i cambogiani è diffusa la convinzione che una delle linee guida della politica vietnamita sia l’occupazione della Cambogia e la vietnamizzazione del popolo khmer.

Nonostante la recente visita del re cambogiano Shihamoni  in Vietnam, le polemiche tra i due paesi sono di fatto continue, legate soprattutto alla definizione dei confini spesso delineati su mappe coloniali che hanno favorito ora questo ora quel paese. L’opposizione del Cambodia National Rescue Party (CNRP) ha sempre accusato Hun Sen di essere troppo legato al Vietnam, in compenso il partito al potere potrebbe, a sua volta, fare del nazionalismo anti-vietnamita una delle chiavi di volta per la costruzione dell’unità e dell’identità nazionale.

angkor biglietto ingresso tuttocambogia 2Quali che siano i motivi che hanno portato il governo cambogiano a rescindere il contratto relativo alla gestione dei templi di Angkor, le dichiarazioni ufficiali sembrano essere molto esplicite. In sostanza il governo nel 1999 era troppo debole per gestire il sito da solo, ora che invece è più solido può prendersi cura del costante afflusso di turisti nell’area, destinando quindi i proventi interamente al settore pubblico. Ossia l’opposto di quanto avviene nelle, ancor limitate, zone economiche speciali del paese destinate agli investimenti esteri, la cui gestione è interamente affidata ai privati.

Al turista forse poco importerà sapere dove vanno i soldi che paga per entrare in uno dei luoghi più belli del mondo, tuttavia conoscere meglio il paese in cui si trova può essere cosa buona ed utile.

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