
Nostra signora di Phnom Penh, la cattedrale scomparsa
La Cambogia non è solo un paese stupendo che ospita la meraviglia dei templi di Angkor, la Cambogia è anche un paese dalla Storia complessa, tanto che per conoscerlo bisogna imparare anche a vedere l’invisibile. Per quanto riguarda il passato più antico, sono rimasti praticamente solo templi a causa dei materiali usati per la costruzione di altri edifici.
Per quanto riguarda invece la storia più recente, il periodo in cui il paese è stato dominato dal regime dei khmer rossi ha significato una vera e propria scomparsa di sia di persone che di costruzioni. Tra le vittime della Kampuchea democratica ci furono anche le chiese.
Cambogia e cristianesimo
Il rapporto della Cambogia col cristianesimo risale al XIV secolo, quando i colonizzatori del sudest asiatico erano i portoghesi. Da parte dei sovrani cambogiani non c’era molto interesse nella religione occidentale, ma c’era molto interesse nel trovare alleati contro i nemici thailandesi che pressavano alla frontiera occidentale. Fu un periodo molto interessante della Storia asiatica, quando i missionari si ritrovarono anche ad essere ambasciatori con compiti diplomatici in aggiunta alla loro missione di conversione dei pagani. I missionari in Cambogia non ebbero mai molto successo, a differenza di quanto avvenne invece in Vietnam.
La comunità di fedeli cambogiani ebbe un grande aumento dopo la metà del XIX secolo, grazie proprio ai vietnamiti di fede cristiana in fuga dalle persecuzioni dell’imperatore Tu Duc. Non si può capire la Cambogia senza capire il suo costante conflitto col vicino Vietnam, anche in campo religioso dove l’esodo vietnamita non fu privo di conseguenze, anche per quanto riguarda la scomparsa della Cattedrale cattolica chiamata di Nostra Signora.
La fine ingloriosa di Nostra Signora
La cattedra di Phnom Penh fu costruita dai colonizzatori francesi nel XX secolo. dopo che nel 1863 la Cambogia divenne protettorato. Al suo interno poteva raccogliere fino a 10mila persone.
Questa cattedrale venne costruita in Boulevard Monivong, ma chi oggi la cercasse al suo posto troverà il Ministero delle poste e telecomunicazioni. Nostra Signora di Phnom Penh fu infatti uno dei primi edifici ad essere distrutti dopo la conquista della città da parte dei khmer rossi. Rappresentava troppe cose contro cui i comunisti cambogiani combattevano: il passato coloniale, la religione e l’odiato vicino vietnamita, tanto più che durante la guerra del Vietnam la cattedrale era diventata rifugio di profughi. I khmer rossi usarono la dinamite e ne estirparono i resti, il ferro fu usato per le ferrovie ed il cimitero divenne un bananeto.
L’odio anticlericale del regime della Kampuchea Democratica si abbatté sulle chiese dell’intero paese, compresa quella che fu in realtà la prima cattedrale cambogiana, chiamata Preah Meada. Questa chiesa dai khmer viene chiamata anche Hoalong, nome che rimanda agli olandesi, dato che sorge a nord del centro cittadino sulla strada per Lovek, ossia il primo luogo in cui si stabilirono gli olandesi nel XVII secolo nella loro breve esperienza coloniale in terra di Cambogia. Oggi di Preah Meada non resta quasi più nulla se non un pezzo di muro ed un pilastro del cancello, nonchè il nome di un tempio buddhista a Fresno, California.
La minoranza cristiana attuale in Cambogia
La Cattedrale Nostra Signora di Phnom Penh è un luogo che dice molto sulla Cambogia proprio per la sua assenza, come detto in questo angolo di sudest asiatico bisogna imparare a vedere anche quello che non c’è. Il tema della religiosità in Cambogia è molto interessante, come il fatto che Pailin nell’ovest del paese ospiti un numero spropositato di chiese rispetto alla media nazionale, per di più in una zona che fu roccaforte dei khmer rossi anche dopo la perdita del potere. Questa stranezza sembra sia dovuta al fatto che molti ex combattenti cercano nel cristianesimo una possibilità di perdono finale che la dottrina buddhista del karma non offre.
Oggi la Cambogia vede una ripresa dell’attività delle attività religiose cristiane, da quando nel 1990 le autorità diedero il permesso ad un gruppo di fedeli di festeggiare la Pasqua. Negli anni il governo di Phnom Penh riprese le relazioni diplomatiche con la Santa Sede, accettando l’ordinazione di preti cambogiani. Oggi i cristiani in Cambogia sono ancora una esigua minoranza nel paese, circa l’1%, ma va detto anche la quasi totalità dei fedeli è ancora di etnia vietnamita, tanto che tra il clero cambogiano nacque un dibattito sulla lingua in cui dire messa: khmer o vietnamita. La Cambogia è molto più che la meraviglia dei templi di Angkor.
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