L’arte contemporanea in Cambogia, tra festival reggae e musei galleggianti

la cambogia e l'art contemporanea

La Cambogia sta sempre più diventando un punto di riferimento per artisti e musicisti internazionali, che qui trovano ispirazione. Tra i molti stranieri che decidono di fermarsi in Cambogia non sono pochi gli artisti che portano con sé le loro conoscenze ed abilità, dando vita ad un connubio artistico davvero interessante. La tradizione khmer incontra la modernità occidentale, facendo emergere una creatività artistica che non teme di sperimentare. In parallelo continua ad esistere una tradizione artistica classica, legata anche a finalità commerciali e turistiche. La Cambogia si rivela così terra d’arte, antica e moderna.

Quando si dice arte in Cambogia pensiamo immediatamente ai templi di Angkor, vero tesoro artistico mondiale. I bassorilievi di questi templi raccontano, in maniera vividissima, il passato della Cambogia e la grandezza dell’impero khmer. Il potere di Angkor come fonte d’ispirazione è immenso, basti vedere le onnipresenti stampe vendute dai negozi della zona o gli artisti che vendono i loro lavori direttamente nei pressi dei templi. Nei mercati di Siem Reap e di Phnom Penh ci sono intere sezioni dedicate ai manufatti artistici che rimando ai templi di Angkor.

L’arte contemporanea in Cambogia

Se per un turista questo è il lato più visibile, in Cambogia esiste anche una corrente creativa sotterranea che vede i giovani come protagonisti. A Phnom Penh esiste una scena underground musicalmente legata all’hip hop, della quale abbiamo già parlato. Recentemente nella capitale si è anche tenuto il primo festival reggae del paese, con l’esibizione di artisti internazionali tra cui alcuni provenienti addirittura da Londra. In questo genere il gruppo storico cambogiano, che vede un tedesco come frontman. si chiama Dub Addiction, mentre tra le giovani promesse troviamo gli innovativi KlapYaHandz.

La musica è un punto d’incontro fondamentale tra diverse culture. Infatti il festival reggae ha suscitato l’interesse della comunità africana cambogiana, circa 4mila persone, che vede nella musica un mezzo per fa conoscere al resto del paese le proprie tradizioni culturali. Altro recente evento musicale di grande rilievo ha visto come protagonista l’artista pechinese Yan Jun, che si è esibito sempre a Phnom Penh, dal tetto del complesso di appartamenti White Building, in Sothearos Boulevard. Il tutto in un happening intitolato Noise Hyp­no­tizing e basato sulla condivisione della musica digitale con la folla presente.

Il White Building è inoltre al centro dell’esposizione dell’artista californiana Clare Olivares, che ha realizzato dei dipinti in forma di diario ispirandosi alle persone ed alle situazioni viste intorno al palazzo. Lo stesso palazzo in cui si trova la galleria no-profit di arte sperimentale che ospita la mostra, vale a dire la Sa Sa Art Projects, fondata nel 2010 da un collettivo artistico cambogiano e da allora molto attiva. Il panorama artistico contemporaneo cambogiano ha poi recentemente avuto un grande riconoscimento con lo spazio dedicato proprio alla Cambogia all’interno dell’importante Lille 3000 festival, in Francia.

Fino al 16 gennaio saranno esposte ben 200 opere dalla Cambogia, arrivate appositamente per la mostra insieme a 20 artisti alcuni dei quali inediti nel panorama europeo. Si tratta della più grande esibizione di arte contemporanea cambogiana mai realizzata; tra gli altri saranno presenti il regista Rithy Panh, lo scultore Sopheap Pich, il fotografo Ti Tit e l’artista di strada Kimchean Koy. Ma notizie interessanti giungono anche dalla stessa Cambogia, dove è stato presentato un progetto per realizzare un museo galleggiante all’interno di una barca ancorata nel lago Tonlé Sap.

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